
Alla conquista di una vocazione
Il disegno ha sempre fatto parte di lui. Anche se non sa da dove provenisse questo bisogno irrefrenabile, Frédéric Truteau ricorda come, quando era molto piccolo, a malapena in grado di tenere in mano un pennarello, stava già disegnando. A casa dei suoi genitori a Marsiglia, in vacanza, in macchina... Aveva sempre una matita in mano. E poi, da adolescente, il tratto si è trasformato in una pennellata, attraverso tele astratte tinte di rosso e nero...
Nonostante l'entusiasmo di chi lo circondava per le sue opere, fare della pittura la sua professione sembrava irrealistico. Il giovane ha quindi intrapreso un altro percorso professionale. Si rassegnò a riporre i suoi pennelli in fondo alla scatola dove rimasero per quasi dieci anni. Fino al giorno in cui, all'età di 35 anni, la sua passione riemerse, spingendo Frédéric ancora una volta verso le sue matite.
Desideroso di trovare un proprio stile, un tocco personale che faccia la differenza, moltiplica le prove e le ricerche. Lontano dai dipinti della sua giovinezza, è ispirandosi all'opera cubista che il pittore autodidatta riesce a rivelarsi.
Da allora in poi, Frédéric realizza opere coloratissime raffiguranti con originalità e freschezza i paesaggi australiani, paese a lui caro, prima di dare uno sguardo dispettoso alla sua nativa Marsiglia. La sua serie di scatole di sardine, riferimento al famoso episodio del blocco del porto nel XVIII secolo, ha conquistato il pubblico locale.
Da allora, Frédéric Truteau si dedica completamente alla sua arte, sfidando giorno dopo giorno i preconcetti, per fare della pittura la sua professione.
Testo di Giulia Polizzi